Riportiamo una lettera di protesta da parte di Luigi:
“CRONACA A GRANA SPESSA”
Il motivo di questo titolo è: la grana è di per se un fastidio, un creare problemi; di contro la grana spessa di solito assorbe molto inchiostro e molto liquido, in questo caso la grana spessa rappresenta l’ostilità, l’ipocrisia e la “durezza”.
In questo senso penso ad una canzone di tanti anni fa che nel testo parla dell’ostilità appunto e di come venissero trattate le persone; lo stesso testo trovo che sia applicabile perfettamente anche ai giorni nostri. La canzone si intitola “ pietre” ed ha vinto (o almeno si piazzò bene) ad un Festival di Sanremo prima del 1988.
Nel brano vengono rappresentate delle situazioni, dei “gesti” che le persone fanno, dei concetti che affermano e delle idee che affermano; a tutto questo, secondo l’autore, farebbe seguito un lancio di pietre senza freni e in modo altamente indiscriminato.
Queste pietre trovo che siano appunto l’ ostilità e la rigidità mentale.
BUONA LETTURA!!
CRONACA A GRANA SPESSA
L’inizio di giornata è stato bello e utile. Bello perché siamo andati ad Erice, utile perché sono stati fatti fare i panini.
Il proseguo di questa prima parte della stessa mattinata è stato ancora migliore, addirittura paradisiaco.
Paradisiaco in quanto non avevo mai visto una zona pubblica, una biglietteria, dotata di così tanta attenzione ai disabili; una distanza coperta dai pavimenti tattili così lunga non l’avevo mai vista.
L ’accesso alle cabine della funivia per le carrozzine e i relativi servizi igienici non li avevo mai visti così “a posto”.
Addirittura, sul regolamento figura che, previo accordi presi a tempo dedito, ci sarebbe anche un servizio di assistenza completa da parte del personale proprio per le carrozzine.
Avevo persino intenzione di far sapere il mio apprezzamento in merito!!!
PECCATO CHE NON SAPESSI COSA MI AVREBBE ATTESO POCO DOPO!!!
Arrivati alla biglietteria sono iniziati i problemi:
Sono espressi in ordine cronologico.
- Erano affissi due cartelli recanti i regolamenti per la funivia; salvo poi aver appurato che recavano informazioni discordanti tra loro (sia in salita che in discesa);
- Alla mia richiesta di acquistare due biglietti con sconto disabili (ero convinto che si entrasse gratis), ci è stata replicata una cosa strana ed insolita (sia in salita che in discesa);
- All’ arrivo in valle, alla richiesta di parlare con un dirigente questa è stata accolta;
- Alla richiesta di fornirci un recapito telefonico, questo ci è stato fornito;
- Quando ci si è presentati all’ Arma dei Carabinieri ci è stato fornito un aiuto anche se ne avrei preferito un tipo diverso;
- 6 Al recapito telefonico, al quarto tentativo, ci è stata fornita risposta e risposta positiva,
- 7 Il rimborso economico ci è stato dato.
Vediamo i punti.
Primo punto:
Alla voce agevolazioni per svariate categorie di viaggiatori figuravano anche i disabili; categoria questa che godeva della maggiore differenza tra i due regolamenti per il resto uguali. In uno figurava che l’accompagnatore del disabile dovesse pagare, nell’altro che non dovesse pagare.
Secondo punto:
Esauriti gli acquisti dei biglietti da parte delle persone avanti a noi ho chiesto che desideravo due biglietti con sconto disabili.
La risposta fornitaci è stata:
“Non pagano solo i disabili non vedenti e su carrozzina”
all’udire ciò ho replicato che non era giusto e anche io, in quanto disabile, avevo diritto a non pagare.
L’addetto ai biglietti si è dimostrato ipocrita perché prima ci ha detto che dovevamo pagare e poi ha aggiunto che anche lui concordava sul fatto che i disabili non siano solo ciechi o in carrozzina; ha giustificato il tutto dicendo che “lui era solo li per far fare i biglietti e riscuotere essendo alle dipendenze”.
Poco tempo dopo, cioè il tempo che acquistassero i biglietti quelle due persone arrivate dietro a noi nella fila, abbiamo iniziato la vera e propria grana.
Il cassiere ci ha più volte confermato che le loro regole erano che a non dover pagare dovessero essere solo i non vedenti e quelli su carrozzina; questo è stato ribadito per circa 5 minuti.
La cosa peggiore è stata il fatto che nonostante si siano letti i regolamenti per ben 10 volte (tra partenza e arrivo, funzionari e noi), il tutto OVVIAMENTE alla presenza dei dipendenti della funivia, MAI è successo che siamo stati smentiti perché il regolamento ( regolamenti anche se diversi tra loro) non specificava MAI il tipo di disabilità, ma solo se l’accompagnatore dovesse pagare o meno.
A posteriori mi sono accorto di aver fatto un grande errore in quella giornata, probabilmente dettato dalla rabbia e dal desiderio di far valere i miei diritti.
L’errore è stato quello di non aver chiesto di poter leggere il regolamento che il ragazzo alla biglietteria aveva detto di avere all’interno del suo ufficio, in cui ci sarebbero stati scritti i tipi di disabilità per cui è previsto lo sconto.
Alla fine si è pagato € 13,50 e siamo partiti
Terzo punto:
Arrivati in cima si è di nuovo letto il regolamento, di nuovo non siamo stati smentiti e abbiamo parlato con un dirigente il quale se ne è lavato le mani dicendoci che la funivia è gestita dal Comune e che lui fa solo parte della società di gestione della funivia ed ha nuovamente confermato che lo sconto è solo per ciechi e carrozzine.
Sosteneva inoltre che un disabile può dirsi tale solo se ha due requisiti: è in carrozzina ( non importa se muova le braccia e le gambe no) e ha il 100% di disabilit
Quarto punto:
Allora abbiamo chiesto di fornici un recapito telefonico di un funzionario comunale il quale come era d’aspettarsi non ha risposto; il primo pensiero è stato quello che ci avessero dato il numero telefonico errato.
Quinto punto:
Arrabbiati per il fatto di aver avuto sempre ragione si è deciso di rivolgersi all’ Arma per aver un supporto più “forte”.
Ci siamo rivolti alla Caserma con la precisa intenzione e il preciso fine di non sporgere denuncia, non querelare e non essere troppo severi, ma per avere solo una tutela.
Ci ha accolti un Carabiniere (non è dato sapersi di che Grado fosse) il quale ci ha promesso che alle 14 quando sarebbe uscita la gazzella avrebbe fatto un giro per verificare i regolamenti.
Prima che prendesse la decisione ha più volte controllato che il regolamento scritto sul loro sito web (quello della funivia) effettivamente recasse le stesse informazioni che abbiamo fornito noi; confermando questa tesi ha poi proceduto.
Come si vedrà nel punto successivo, anche in questo caso ho trovato ancor più strano il fatto che in Caserma ci avessero detto di non aver una copia del regolamento.
Sesto punto:
Al quarto tentativo ci ha risposto un uomo che dopo aver udito il problema e aver preso i nostri dati anagrafici ha disposto che ci rimborsassero la spesa fatta.
Mi è suonato strano che non sapesse nulla, benché si speri fosse del settore comunale preposto alla funivia, circa il regolamento della funivia stessa.
Ho personalmente trovato ancora più anomalo il fatto che lui ci abbia detto che noi eravamo stati i primi passeggeri a porre una lamentela del genere.
A posteriori mi è sorta questa domanda: perché dice che siamo stati i primi a porre la questione?
Non credo che, in tanto tempo dall’apertura, ci sia stato solo io come disabile.
Ecco alcune possibili risposte:
1 Ci sono stati ancora dei disabili che hanno usufruito di questo mezzo di trasporto;
2 I disabili e i famigliari o gli accompagnatori non hanno a cuore o peggio non sanno quali siano i propri diritti da accompagnatori e quali siano i diritti per la persona cara in situazione di handicap;
3 Questi disabili e gli eventuali accompagnatori hanno accettato di non esser considerati disabili senza lamentarsene;
4 Le persone non notano che quanto afferma il bigliettaio non è supportato dalla cartellonistica;
5 I passeggeri disabili per mantenere “ un quieto vivere” si attengono alle norme dichiarate dagli impiegati, fregandosene dei cavilli e pagano normalmente.
Questo non è accettabile perché denota da parte delle Autorità comunali una poca attenzione e una poca cura per questi viaggiatori.
Settimo punto:
Quando siamo scesi per andare alla macchina abbiamo suonato un campanello e sono usciti due uomini che, alla nostra richiesta, hanno voluto conferma che noi fossimo le due persone del caso e hanno restituito i soldi.
Anche in questo caso a posteriori ho capito di aver fatto un errore: aver dimostrato poca serietà, lealtà.
Ho dimostrato questi atteggiamenti nel non aver stretto la mano a quanti ci abbiano restituito i soldi.
Stringere la mano secondo me è segno di ringraziamento e lealtà, oltre far capire all’altro quanto sia stato utile il gesto che abbiamo fatto insieme.
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