RIMINI – (c.m.) La calotta che si aziona con la chiavetta, e di cui Hera ed enti pubblici vanno – chi più chi meno – fieri, ha un piccolo difetto: è off limits ai disabili. A chi vive su una carrozzina, e comunque a chi ha problemi di deambulazione e non riesce ad arrivare all’altezza necessaria per inserire la chiave elettronica e tirare la leva.
Nell’era delle vacanze accessibili ai disabili, dei telefoni pubblici predisposti per chi vive su due ruote, delle attenzioni (regola- mentate o meno per legge) nei confronti dei portatori di handicap su mezzi pubblici, bagni, ascensori, accessi ai locali e fruibilità degli arredi urbani in genere, l’invenzione dell’E-Gate da parte di Hera stride non solo con il volere del legislatore che ha preso forma a partire da diversi anni addietro, ma più in generale con la cultura dei diritti che giustamente pone sullo stesso piano chi ha una disabilità e chi non ce l’ha.
Il caso lo solleva una famiglia che vive in via Covignano, ma chissà quanti si trovano nelle stesse condizioni. ”Mio marito e la zia che abita con noi, hanno una invalidità grave”, dice la moglie. ”E quando abbiamo capito l’innovazione introdotta ci sono cadute le braccia”. Da una settimana vicino a casa è stato posizionato il cassonetto E-Gate e anche questa famiglia ha ricevuto il relativo kit. Il marito si regge a fatica sulle stampelle ed esce sulla carrozzina. ”Ho provato a portare l’indifferenziato nel casso- netto facendo uso della chiavetta che ci obbligano ad utilizzare, ma non arrivo né ad inserirla e né a tirare la leva, mentre con il pedale riuscivo anche io”, spiega questo signore con un sentimento misto a frustrazione, rabbia e amarezza. ”Conosciamo disabili che vivono soli che devono chiedere ai vicini di casa il favore di azionare il dispositivo elettronico, perché come alternativa avrebbero quella di lanciare il sacchetto dalla finestra in mezzo alla strada”, aggiunge la moglie. La signora è laziale e porta ad esempio la città in cui viveva dove il ”secchione” (lo chiama così e rende bene l’idea) dell’indifferenziato è stato sostituito dalla raccolta porta a porta.
”Invece il metodo introdotto da Hera a Rimini ha anche un altro inconveniente: la leva va azionata con le mani e questo è assolutamente antigienico. Quanto meno dovrebbero consegnare dei guanti in nylon (tipo quelli che si trovano dai benzinai) insieme al kit”. Ma questo potrebbe essere un rimedio per chi alla chiavetta e alla maniglia è in grado di arrivarci. E non è il caso di chi è costretto a muoversi in carrozzina. Per di più il cassonetto in questione è posizionato sul marciapiede, addossato ad una ringhiera, e anche questo non è certo un aiuto per chi non è libero di muoversi sulle proprie gambe.
”Ho telefonato ad Hera per far presente il problema e al numero verde mi hanno detto che ”si avete ragione, ma purtroppo … comunque segnaleremo la cosa”. Temo che passeranno le settimane e i mesi senza una soluzione al problema. E sì che si tratta di un servizio pubblico fondamentale, non un opzional”. Hera ha pensato a tutto nel predisporre il kit: chiavetta, borsine di diverso colore, pattumiera per la raccolta dei rifiuti organici e gli appositi sacchetti. Peccato non abbiano pensato che qualcuno, tutto questo, non potrà mai utilizzarlo.
Articolo tratto dal giornale “La Voce” di Domenica 11 Luglio 2010.
n.d.r : e siamo nel 2010.
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