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Un Disabile a Parigi: Continua Fabio

5
24
Settembre

Dopo la prima parte del racconto di Fabio ecco il continuo del suo viaggio a Parigi, vediamo quanto sia Accessibile per un disabile questa splendida città.

Una mattinata più soleggiata delle altre ci accompagna alla tour Eiffel e al Trocadero. Dalla terrazza del Trocadero la vista è meravigliosa, si può ammirare la tour Eiffel al di là della Senna, i giardini di Marte sembrano essere infinitamente lunghi. Fatte le foto di rito, la missione ora era salire sulla torre.

Vista da vicino sembra davvero mastodontica, il caos che regna sotto di essa ti fa rendere conto di essere in uno dei posti “importanti” del mondo… un po’ di confusione per capire da dove si può accedere con la carrozzina ma, come provato già in altre occasioni, la cosa più importante è chiedere al personale. Quello che ho notato durante l’intero viaggio è stato l’alto grado di disponibilità da parte di tutti quelli che si occupano di ricettività. È una prassi accompagnarti fino nel momento in cui si raggiunge il luogo desiderato. Anche sulla tour Eiffel è stata la stessa cosa.

Dopo aver domandato semplicemente se fosse necessario acquistare il biglietto, ecco arrivare puntuale un addetto che ci spiega tutto in modo molto semplice.

L’accesso alla tour Eiffel con la carrozzina è possibile dalla torre ovest, bisogna avvisare il personale che, fortunatamente, fa saltare un po’ la coda degli altri turisti. È possibile salire fino al secondo piano con un ascensore, una volta giunti al secondo piano è possibile ammirare uno spettacolo che non credo abbia eguali.

Parigi è tutta sotto di noi. Si nota in lontananza la cupola d’oro dell’Hopital des Invalides, il palazzo del Louvre e, piccolo piccolo ma tutto bianco, sulla collina di Montmartre, il Sacre Coeur.

Essere qui con la persona amata è davvero la realizzazione di un sogno.

Visto che la giornata è nel segno dei simboli di Parigi era venuto il turno della visita a Notre Dame. Anche qui un po’ di pavée dissestato sul sagrato ma sicuramente nulla di difficoltoso. Dopo un po’ di coda siamo riusciti ad entrare nella cattedrale, nessuno scalino all’esterno. C’è la possibilità di percorrere le navate, non è possibile però completare l’intero giro della chiesa perché all’altezza dell’altare ci sono tre gradini che impediscono la continuazione del tour. L’altare però è visibile dalla navata centrale.

La bellezza di Montmartre visto dalla tour Eiffel ci carica di nuove energie, decidiamo di andare a visitare il quartiere e arrivare a piedi sino al Sacre Coeur. Dopo esserci avvicinati un po’ al quartiere con l’auto ci arrampichiamo per la strada che porta sulla collina. Questo percorso può essere però molto difficoltoso, la pendenza della strada e il fondo fatto di sampietrini non sempre allineati renderà la salita alquanto lunga. Una volta raggiunta però la vetta della collina si respira davvero l’aria parigina, luoghi frequentati da artisti come Picasso si susseguono lungo la strada, pittori e musicisti fanno vivere l’arte dandole quasi una corporeità.

La chiesa del Sacre Coeur non è accessibile, io ho mandato Laura a visitarla e, come poi risulta scritto in molte guide, al suo interno non esistono grandi opere d’arte… vista da fuori con il turbine d’arte che le circola attorno però è davvero una meta da raggiungere.

Un’intera giornata abbiamo deciso di dedicarla alla visita della reggia di Versailles … quale luogo più adatto per portare la propria regina?

Per raggiungere l’entrata la pavimentazione, con i soliti ciottoli, rende il percorso un po’ lento… attraversando però il parcheggio per i pullman, fondo di terra battuta, si agevola il percorso. Devo dire però che camminare molto lentamente davanti ad uno spettacolo simile permette di gustare ogni piccolo particolare di questa immensa reggia. Delle indicazioni segnalano il percorso adatto alle persone con disabilità, una volta varcato il cancello completamente d’oro, si accede all’interno della reggia passando per un’entrata laterale. Anche qui ricordo che è molto importante chiedere al personale in quanto, vi saranno aperte delle porte di stanze che spesso gli altri turisti non possono vedere.

Una prima visita all’interno della reggia ci ha permesso di ammirare una serie infinita di quadri rappresentanti la famiglia reale, poi è toccato alle stanze frequentate abitualmente dalla regina e dal re. Il livello artistico della reggia rimane impresso, lo sfarzo è davvero degno di una famiglia reale.

Le finestre che illuminano le sale fanno scorgere già da dentro il palazzo l’immensità dei giardini che circondano la reggia. Passando per dei corridoi riservati arriviamo finalmente in mezzo a tutto quel verde. All’interno dei giardini si possono ammirare moltissime statue e moltissime fontane ognuna con il proprio nome e la propria leggenda. Gli alberi e le siepi sono tagliate come delle vere e proprie sculture d’erba. Viste le dimensioni davvero importanti, è possibile noleggiare anche delle carrozzine per coloro che hanno difficoltà di deambulazione, se si vuole davvero evitare ogni piccola fatica è possibile noleggiare addirittura delle auto da golf. Appena entrati è importante ricordarsi di prendere la cartina per orientarsi all’interno dei giardini (gratuita) nella quale è segnalato anche un percorso per le carrozzine. Personalmente non l’ho seguito e non ho incontrato difficoltà di nessun tipo.

Dato che il cielo minacciava tempesta abbiamo deciso di dirigerci verso la macchina. Piccolo giro per la cittadina incontrando ovviamente gente vestita da nobiluomini e nobildonne di un’altra epoca. Appena saliti in auto ecco la pioggia.

A Versailles abbiamo trovato un parcheggio riservato che aveva nel cartello oltre al classico simbolo con la carrozzina anche la frase “se prendete il suo posto prendete anche il suo handicap”.

Una mattina un po’ più uggiosa mi ha fatto venire in mente che forse era il caso di andare a trovare un amico che non ho mai conosciuto, che però ha sempre avuto un ruolo importante nel mio percorso interiore: James Douglas Morrison, da tutti conosciuto come Jim Morrison, il Re Lucertola.

Sono andato quindi a trovarlo nel cimitero di Pere Lachaise. Il cimitero è immerso, si trovano trombe di personaggi molto importanti da Chopin sino alla Callas… con molta calma, andando davvero piano a causa del selciato non molto praticabile con la carrozzina, sono arrivato fin vicino alla tomba di Jim. Non è possibile andarci in quanto, per raggiungerla, vi sono da superare tre grandi scalini. Essere già lì vicino comunque mi ha permesso di fargli un saluto recitando nella mia testa versi di sue poesie.

Dopo aver visto un po’ di cimitero ci siamo recati ancora verso il centro città per salire sulla tour Montparnasse.

Questa torre, alta cinquantanove piani, è proprio attaccata alle Gallerie Lafayette.

Trovato parcheggio nella zona, dopo un po’ di strada a piedi siamo arrivati nella zona delle Gallerie; qualche problema per capire da che parte entrare, visto che ci sono pochi ascensori e poco segnalati che permettono l’ingresso. Il nostro obiettivo però era quella di salire sulla tour Montparnasse. Dopo aver capito l’ingresso più adatto, siamo riusciti a prendere posto nella fila per salire sull’ascensore che ci avrebbe portato sino al 56º piano. L’ascensore in questione è il più veloce d’Europa, decisamente una bella esperienza! Dall’alto ancora una volta si poteva dominare tutta Parigi.

Di ritorno piccolo giro delle Gallerie Lafayette e poi una serata in una brasserie.

L’ultimo giorno in terra parigina lo abbiamo passato passeggiando tra le boutiques di Place de Vendome, il mercato di Place de la Bastille e l’Opera di Parigi.

Qualche inconveniente lo abbiamo incontrato per entrare all’Opera di Parigi.

Una volta fatti i biglietti abbiamo infatti scoperto che per prendere accedere al teatro era necessario superare tre scalini, parlando con l’addetto all’ingresso abbiamo capito che un’altra entrata senza scalini esisteva… lo stesso addetto ha chiamato un responsabile e, facendosi sostituire, ci ha accompagnati fuori dal teatro, ci ha fatti rientrare passando dagli uffici dell’amministrazione, qualche pedana molto solida per superare i gradini e poi… magia eravamo dentro all’Opera passando dai camerini degli artisti!

Una volta arrivati al piano del teatro è stato possibile usare l’ascensore e muoversi per l’intero edificio.

Ancora una passeggiata per la città, ancora una volta davanti a Notre Dame e lungo la Senna.

Ancora un cielo uggioso e qualche goccia di pioggia che ci ha fatto salutare una Parigi che ha soddisfatto tutta la voglia che avevamo di vederla!


Handyturismo: sportello informativo Turismo Accessibile a Roma

10
Agosto

Handyturismo è uno – Sportello Informativo sul Turismo Accessibile a Roma – e nasce dall’esperienza da noi acquisita nel settore dell’informazione sulla disabilità e del turismo accessibile e, dalla convinzione che il turismo sociale, nelle sue finalità di promozione dell’estensione dei diritti dei cittadini e di sviluppo di forme di socializzazione ed integrazione, rientri nell’insieme delle attività socialmente utili e finalizzate alla promozione umana.

logo handyturismo

Il diritto al godimento del tempo libero è riconosciuto come elemento fondamentale delle relazioni umane, questo porta alla necessità di creare le migliori condizioni pratiche che permettano l’accesso alla vacanza, al soggiorno, o semplicemente alla visita di una mostra, a tutti i cittadini senza alcuna discriminazione.

Handyturismo quindi è un servizio che prevede sia la gestione di uno sportello informativo sul turismo accessibile e sulla disabilità, che la creazione di un portale (www.handyturismo.it) con le finalità di informare sull’accessibilità delle strutture turistiche e ricettive di Roma; promuovere percorsi ed itinerari turistici, visite guidate, eventi e manifestazioni in programmazione nella capitale; informare sulle risorse presenti nel Comune per organizzare il proprio tempo libero; orientare i turisti con disabilità per arrivare, muoversi o soggiornare nella nostra città.

I contenuti di Handyturismo sono reperiti, inseriti nel database ed aggiornati da operatori con disabilità.

Il servizio è realizzato per conto del Comune di Roma su finanziamento “Dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della Salute  U.O. Disabilità e Disagio Mentale”.


Volare ancora oltre

26
Dicembre

Il nostro amico Diego in risposta a questo articolo ci scrive una provocazione che in realtà sarebbe auspicabile:

Volare senza barriere (Vivere senza barriere)

Invio in allegato una mia “provocazione” che ha però una sua utilità. L’umanità è destinata ad evolversi e progredire grazie alla tecnologia e alla seria ricerca scientifica. Nessuno però ha mai pensato di inserire in ricerche scientifiche serie il fattore “Disabilità“. Ovviamente siamo tutti oggetto di progressi grazie alla tecnologia, una tecnologia sempre più a misura d’uomo.

La mia provocazione non vuole certo avere il sapore del surreale, essere solo la constatazione che in determinate situazioni tutti siamo più o meno disabili o più o meno abili che dir si voglia (dipende dal grado di allenamento e adattamento). Per chi sta su una sedia a rotelle il fattore che maggiormente gioca a sfavore è proprio il fattore “gravità” e con questo il peso del corpo che limita la capacità di movimento. Per questo, in caso di limitazione (handicap) siamo costretti all’uso di ausili più o meno tecnologici. Esistono però altre situazioni, come nel caso della microgravità in cui se pure sono altri i problemi che subentrano il corpo perde quel fattore a tutti noi noto chiamato peso.

Le immagini che allego vogliono solo mostrare (senza la pretesa di voler dimostrare niente dal punto di vista scientifico) come le possibilità che abbiamo davanti sono ben lungi dall’esaurirsi, se solo consideriamo situazioni e spazi sino ad oggi relegati solo alla fantasia e all’immaginazione dei molti, che per pochi sono già una realtà concreta.

L’immagine allegata denominata “VittoriA” raffigura quello che nel mio immaginario è il primo “astronauta paraplegico” a varcare la soglia della I.S.S. (International Space Station), situazione che prima o poi si avvererà per qualche fortunato. Mentre l’altra immagine, denominata “Diesktop“, raffigura la condizione che gli astronauti della I.S.S. tra cui molti dell’E.S.A. (Ente Spaziale Europeo) sperimentano quotidianamente a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Nel 2003 conobbi un astronauta italiano, in verità il primo italiano a salire sulla I.S.S., che descriveva la sua esperienza e gli esperimenti fatti a bordo della Stazione Spaziale, esperimenti e strumentazioni concepiti e costruiti in Italia. E in Italia abbiamo piccole aziende di spicco nel ramo dell’ingegneria applicata, come la Kayser Italia che è l’esempio a me più vicino.

Ho voluto rispondere con questa mail interpretando in qualche modo l’auspicio detto dai Baroni Rotti: “siamo convinti insomma che se oggi noi aiutiamo qualcuno a volare domani magari qualcun altro aiuterà noi a volare ancora più in alto… “Speriamo che questo si avveri il prima possibile, sarebbe un “balzo” in avanti per tutti.

Scendendo invece un po’ più con i piedi per terra, direi che il mezzo aereo (intendo quello di linea) non è ancora “facilmente accessibile” per coloro che si muovono con la sedia a rotelle appresso. A quanti sarà capitato di dover imbarcare la carrozzina in stiva nell’aereo, situazione non felice perchè comporta il trasporto della stessa come un normale bagaglio (che quindi si può smarrire nel passaggio da un aereo ad un altro). Quindi a terra i limiti rimangono ancora e con questi purtroppo una cultura che non avanza in nessun senso (almeno per i disabili). A me personalmente basterebbe potermi muovere in treno come in aereo in assoluta libertà e autonomia, senza barriere per salire e scendere con la mia fidata sedia a rotelle sempre sotto il sedere. Ma così ancora non è, e tutti prima o poi ne diventiamo consapevoli. Per questo è importante che siano culturalmente avanti prima di tutto i disabili, che solitamente aspettano e non si informano. L’informazione è la prima conquista necessaria, perchè ognuno sia consapevole dei limiti e delle limitazioni, ma anche delle possibilità e delle opportunità che ha intorno a sè. Questo il mio auspicio: che si ritorni a pensare in grande, senza quei limiti che ci impediscono anche solo di immaginare. La vita è un’esperienza, sta a noi renderla una “bella” esperienza, anzi di più una “meravigliosa” esperienza. Non lasciamo che sia un semplice limite motorio (un semplice fattore) ad impedirci di essere e di realizzare ciò che vogliamo di noi stessi.

Con questo auguro a tutti un buon Natale e soprattutto un anno “nuovo”: nuovi interessi, nuove situazioni, “nuove abilità” e tutto ciò che di nuovo è possibile imparare per crescere come persone.

Auguri a tutti.

Diego Cerina

VittoriA“:

“Diesktop”:

Note della Redazione:

Ringraziamo Diego per questo bellissimo augurio. Ricordo fin da piccolo l’aver immaginato cosa si potrebbe sentire con l’eliminazione del nostro “peso” quotidiano, il problema poi sarebbe chi vuol tornarci dopo sulla terra? 😉


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“Diversamente Agibile” nasce dal presupposto che nessuno meglio di chi ne usufruisce può recensire un servizio.

In questo caso si parla di accessibilità a strutture e attrazioni turistiche in genere (hotel, bar e ristoranti, musei, ecc...).

Ecco l'idea creare questo sito/blog dove raccogliere tutte le esperienze di persone disabili, con reportage scritti, fotografici e filmati dei loro viaggi, in modo da fornire informazioni utili ad altri disabili che vogliono frequentare gli stessi posti. Ovviamente ci potranno essere anche note negative se vi sono incontrate barriere architettoniche o disservizi. La collaborazione è il cuore di questo progetto.

Inoltre le strutture stesse ci possono informare sulla propria accessibilità, offrendo però qualcosa in più della semplice segnalazione che vediamo in molti siti web...

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