I limiti culturali del nostro ridente e bel Paese ci sono tristemente noti. Ci siamo abituati alle critiche dei Paesi che si reputano più avanzati di noi e talvolta, ironicamente, ci auto critichiamo. All’estero ci conoscono per la pizza, il mandolino, la pasta … ma anche per la mafia e l’indolenza. L’Italia non è tutta così, è chiaro, si può dipingere a macchia di leopardo, ci sono posti dove l’efficienza e la precisione prevalgono e luoghi dove a prevalere sono altre logiche.
Il turismo in Italia dovrebbe essere un motore di traino economico e in effetti lo è su molti versanti, ma come capita in tutte le categorie e settori ci sono delle lacune evidenti che, come delle macchie o strappi che imbruttiscono e svalutano, sono imputabili all’incapacità di fare proprie delle normative già promulgate e stabili da anni. Qui si tratta non soltanto di ritardo culturale (cultural lag – Ogburn 1922) ma di vera e propria mancanza di volontà, spalleggiata e coperta da chi dovrebbe controllare e non lo fa.
Facciamo l’esempio delle normative per l’abbattimento delle barriere architettoniche, la legge più nota è la famosa Legge 13 del 1989 ed estende la richiesta della sua osservanza a tutti gli edifici, privati e pubblici. Vi è addirittura un decreto che recita: … gli edifici balneari, di sport e cultura, e le strutture della società delle autostrade, devono essere adeguati ai sensi del Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 236/89, pena la chiusura degli stessi. Una persona diversamente abile queste normative le conosce molto bene perché “giornalmente” si “scontra” con l’inadempienza delle stesse. La situazione però diviene sconcertante quando alla persona disabile vengono proposte e vendute vacanze in luoghi magnifici e adeguati per portatore di handicap e all’arrivo trova situazioni tutt’altro che adeguate.
La struttura di cui sto parlando si trova in provincia di Benevento ed è il Gran Hotel Telese a Telese Terme. Nel sito internet che lo presenta c’è la descrizione di un edificio bellissimo di fine XIX secolo, l’Hotel è a 4 stelle, la cucina è ottima ma il vecchio l’Hotel non è adeguato per portatori di handicap. La struttura principale ha dei vincoli patrimoniali e per ovviare a ciò è stata costruita una dependance di tre piani che fa “scadere” le stelle dell’Hotel. I servizi non sono che l’ombra di quello che si trova nella costruzione principale e soprattutto gli adeguamenti per disabili sono ridicolmente inesistenti.
Per accedere alle camere di ogni piano, il disabile deve valicare un doppio scivolo ripidissimo (e quindi potenzialmente pericoloso per chi è su una sedia a rotelle) che fa superare la struttura in ferro della porta d’ingresso. I pavimenti dei corridoi sembrano parquet di legno ma sono di linoleum (quindi non antiscivolo) e non hanno segnalazioni a terra per non vedenti. Le camere per disabili hanno letti troppo bassi (dovrebbero essere 50 cm da terra ma sono a 40 cm) e gli armadi sono impraticabili, infatti è impossibile appendere alcunché stando seduti su una sedia a rotelle. Il bagno ha la porta che apre esternamente allo stesso, rendendo macchinoso l’accesso; la doccia è senza sedile a parete per il trasferimento della persona non deambulante e i maniglioni d’appoggio messi random (a caso). Il water non è per portatori di handicap ma per normodotati (è piccolo, non distanziato dal muro, basso), anche qui i maniglioni sono inutilizzabili perché posizionati in posti superflui, il bidet è attrezzato in modo tale che il disabile possa lavarsi da seduto sul water con un telefono doccia ridicolo (spruzzini che gettano pochissima acqua: bollente o fredda). Il lavandino è posizionato a 85-90 cm da terra e non è regolabile (l’altezza massima per legge è 80 cm), conseguentemente lo specchio risulta troppo alto e la persona seduta non si vede. Il fon a muro, in dotazione negli hotel a 4 stelle … non c’è.
L’accesso alle Terme si effettua dalla dependance con un ascensore che porta al piano -1 dove il disabile accede ad un corridoio che porta alla struttura per le cure termali, questo corridoio, nel suo primo tratto, è un cantiere. Le cure termali non sono dotate di attrezzature che permettano al disabile motorio di usufruirne e l’accesso è vincolato alla cortesia dei terapisti e dei medici in servizio. La piscina esterna è accessibile al disabile su sedia a rotelle attraverso una rampa non a norme ed è impossibile da praticare senza essere accompagnati (con fatica anche dell’accompagnatore). La piscina non ha facilitazioni per diversamente abili.
Una nota di merito va al personale dell’Hotel, tutti ma proprio tutti sono gentilissimi e disponibili ma tant’è che questo non basta a far superare le difficoltà a chi è “abile diversamente”.
L’aspetto straordinario di tutto ciò è che l’amministrazione dell’Hotel concorre a gare d’appalto promosse dai comuni, che le attivano per fare usufruire delle vacanze alle persone seguite dall’assistenza sociale e, cosa ancor più straordinaria, l’Hotel si presenta così bene da vincere. Così, il povero cliente/utente si trova imprigionato in un soggiorno che non ha scelto e che per accordi politici è ridotto ai minimi termini.
Naturalmente le cose non sarebbero diverse per il diversamente abile anche nel caso si organizzasse la vacanza termale da solo. Inoltre, e questo non è poca cosa, solitamente la persona diversamente abile non si muove da sola e chi ne paga le conseguenze non è solo il disabile ma tutta la sua famiglia. I luoghi vacanza non attrezzati non perdono solo il cliente disabile ma anche tutta la sua famiglia.
Credo che gli albergatori e gli organizzatori di eventi e vacanze del nostro Paese debbano cambiare mentalità e debbano cominciare a comportarsi con più dignità ed orgoglio per recuperare credibilità non solo al di fuori dell’Italia ma anche dai cittadini italiani stessi, normodotati e diversamente abili.
Dott.ssa Martina Zardini, sociologa, diversamente abile motoria da 21 anni.
Posted by: admin in Lettere
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