Ci risiamo sarebbe da dire, ma in certi casi più che un ritorno è un qualcosa che non è mai andato via. Parliamo dei problemi dei disabili con i treni che non vanno pari passo con le nuove tecnologie, vedi Frecciarossa, alta velocità e via dicendo, anzi, più la tecnologia avanza e più si evidenzia come molte realtà siano alla preistoria.
Oggi vi mostriamo un video registrato dalla nostra amica Mary su di un treno preso da Roma (capitale d’Italia!) in cui l’unica parola che ci è venuta in mente dopo averlo visto è: Vergogna!. Vergogna indirizzato a Trenitalia, Vergogna per chi deve subire una situazione del genere… ma guardiamoci il video intanto:
Ecco, ora che avete visto credo che condividerete il termine “vergogna” con noi. Vorremo una risposta da Trenitalia, se secondo loro si può adibire a disabili un vagone del genere? molto meglio sarebbe dichiararlo non accessibile, ci farebbero più figura. Una situazione così somiglia più ad un vagone per animali, vista la collocazione dove dovrebbe stare la carrozzina, ma penso sarebbe poco dignitosa anche per loro. Il grottesco poi lo si raggiunge per il bagno dove addirittura ci sono 2 scalini!!
Noi vogliamo sapere se un vagone dove gli agganci per una carrozzina da disabili sono accanto ad una scala, un buco, ed il bagno ha 2 scalini, può essere adibito a disabili??? Anche se lasciamo per un attimo il pensiero di un contesto così vergognoso per qualsiasi persona, vorremo sapere su quali leggi si da l’agibilità a disabili per un vagone con bagno preceduto da 2 scalini… ah, ma nel bagno si vede una maniglia alla parete, sarà per quello che è dichiarato accessibile a disabili? ovviamente lo diciamo in tono sarcastico.
Nei racconti sul Turismo Accessibile aggiungiamo un nuovo amico, Dario, che ci segnala alcune strutture accessibili a disabili che ha riscontrato durante i suoi viaggi.
Leggiamo la sua email:
Buongiorno, mi chiamo Dario Conti, ho 45 anni, vivo in provincia di Milano e mi sono iscritto alla Vs. newsletter pochi giorni fa dopo avervi scoperto casualmente durante una delle mie frequenti “navigazioni” tra i molti siti che parlano di disabiltà.
Avendo iniziato a viaggiare in autonomia diversi anni fa e dovendo chiaramente tener ben presenti le difficoltà legate alla mia disabilità (mi sposto su una carrozzina) ho potuto testare diverse soluzioni: appartamenti, bungalows all’interno di villaggi turistici, alberghi, agriturismi e case vacanze.
Escludendo gli appartamenti, ovviamente al piano terra, ed il Villaggio turistico “Happy Camping Village” di Marina di Camerota (Salerno) (la struttura non ha una stanza attrezzata a disabili e la conformazione del posto, essendo il tratto verso la spiaggia in discesa, fa si che non sia molto adatto ai disabili, ndr.) trovati recandomi personalmente sul posto quando andavo in vacanza con i miei genitori, tutte le altre strutture le ho trovate utilizzando molte guide pubblicate negli ultimi anni e curiosando in internet.
In Calabria ad esempio, sono stato presso il Villaggio Bagamojo di Sibari (gruppo Ventaglio) e devo ammettere che non ho avuto particolari problemi grazie soprattuttto alla disponibilità del personale: In particolare, mi ricordo che al mio arrivo ho fatto presente che il piccolo gradino presente all’ingresso del mio bungalow ed del ristorante potevano rappresentare un disagio dovendoli affrontare diverse volte nell’arco della giornata, ma nel giro di pochissimo tempo la Direzione ha provveduto a far costruire due pedane in legno che mi hanno sicuramente reso la vacanza meno “faticosa”.
ndr. Abbiamo trovato un bel Video che rappresenta visivamente l’accessibilità segnalata da Dario:
In entrambi i villaggi turistici le spiagge sono facilmente raggiungibili e fruibili in quanto sono dotate di passerelle e, nel caso di quella dell’Happy Camping, si può usufruire di un servizio navetta che permette di percorrere la salita che conduce ai bungalows.
I due agriturismi presso i quali ho soggiornato si trovano rispettivamente in Toscana ed Umbria, ma non sono in grado di dare indicazioni aggiornate in quanto sono passati troppi anni e non voglio rischiare di dare indicazioni errate.
Tra le case vacanze, vorrei segnalare quella di Auronzo di Cadore (Belluno) e quella di Isola Rossa (Sassari): La prima credo che sia di proprietà della Diocesi di Belluno, ed è in grado di ospitare gruppi che si devono autogestire durante il soggiorno. La seconda, invece, è stata creata dalla sezione Sardegna Nord dell’Unitalsi ed è collegata ad una porzione di spiaggia riservata, raggiungibile anche a piedi ma con un accesso al termine di una discesa piuttosto ripida, dotata di passerella in legno, servizi igienici idonei e sedie JOB per l’accesso in mare. La sola cosa che viene richiesta per poter soggiornare presso questa struttura è di essere soci dell’associazione e chi è interessato può fare la tessera presso una delle sedi locali UNITALSI.
Purtroppo non sono in possesso di materiale fotografico, ma chiunque fosse interessato può contattarmi ed io sarò lieto di rispondere a tutte le richieste.
Riportiamo la seconda parte del viaggio di Claudio in Thailandia, cominciamo con un video:
3° giorno
Partiamo di corsa dalla topaia, oops, dall’hotel la mattina e prendiamo la strada che attraversa la provincia di Prachinburi e da qui entra attraverso le estremi propaggini di Khao Yai, il parco nazionale dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, nella provincia di Khorat. La strada attraversa piccoli villaggi contadini, si inerpica su per le colline per poi ridiscendere a picco verso Khorat. Ed è qui, ad una trentina di km da Khorat che Nampù prende la prima multa. Al posto di blocco, ci ferma un poliziotto che con fare molto gentile, direi suadente, comunica che siamo in contravvenzione per eccesso di velocità. Il fatto è che è vero, Nampù aveva spinto un po’ troppo, però alla fine non ci fa nemmeno scendere dice che visto che andiamo di fretta, non c’è bisogno che scende dall’auto, paghiamo la multa che probabilmente il poliziotto metterà in tasca, si raccomanda di fare attenzione e andar piano, e proseguiamo verso Khorat.
E finalmente verso l’ora di pranzo arriviamo a Khorat, Nakhon Ratchasima il nome completo. A pranzo andiamo a The Mall, il centro commerciale, e mangiamo giapponese al Fuji Restaurant. Dopo una abbondante libagione ci mettiamo in cerca dell’hotel. Non dobbiamo cercar molto, proprio di fronte a The Mall c’è un hotel, il KS Pavilion Hotel. All’ingresso c’è una rampa per poter salire, un po’ ripida ma con un piccolo aiuto la si può fare, la stanza è bellina, pulita, la moquette abbastanza nuova, il bagno sufficiente per poter entrare, aria condizionata, tv satellitare, la prendiamo senz’altro per 700 baht inclusa la colazione. Lo consiglio a chi deve recarsi a Khorat, unica accortezza, prendete una stanza numero dispari, nel lato interno, perché sul lato esterno c’è un karaoke che fino alle 2 di notte tiene svegli i clienti. Sono anche gentili alla reception ad avvertirci. Comunque la stanza è dispari, quindi nessun problema. Unico problema per chi non ha l’auto è che si trova sulla circonvallazione, ma i mezzi pubblici mi sembra non manchino.
Dopo un breve riposino, Nampù vuole andare a rendere omaggio alla Yah Moh, o Tao Suranaree come è stata insignita poi dal Re Rama III. Khunying Mo era la moglie del governatore di Khorat. Nel 1827 un principe laotiano raduna un esercito e attacca la città di Khorat. Dopo un breve assedio la conquista e fa prigionieri i suoi abitanti trasportandoli in prigionia verso Vientiane. Durante la marcia Khunying Mo pian piano acquista la fiducia dei laotiani, ritarda la marcia suggerendo a qualche cittadino di Khorat di fingersi ferito, pian piano riesce anche ad armarsi con dei bastoni da utilizzare come attrezzi, ma che vengono poi appuntiti. La notte decisiva ordina alle ragazze più giovani di sedurre i soldati laotiani e portarli nei boschi, quindi vengono disarmati e devono battere in ritirata. Khunying Mo, è oggetto da parte dei thai di venerazione, come per le due eroine di Phuket, un misto di orgoglio civile e religione. Al centro di Khorat c’è un monumento a lei dedicato, davanti al quale molti vanno a rendere omaggio alla eroina della città, ecco alcune foto.
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E infine alcuni filmatini del monumento e lungo il viale dove si trova il monumento:
4° giorno
Il quarto giorno è dedicato principalmente a uno dei templi khmer piu’ famosi della Thailandia : il tempio di Phimai, a una cinquantina di chilometri da Khorat, recentemente rinnovato. Probabilmente è un misero surrogato di Angkor Wat, comunque partiamo la mattina e ci dirigiamo sull’autostrada verso Khon Kaen, a circa 40 km da Khorat svoltiamo e in breve arriviamo nella cittadina di Phimai. Ricordo che i templi khmer sono dei templi religiosi indù e non buddhisti, le raffigurazioni quindi ricordano i poemi epici indù con storie di Krishna , Vishnu etc…
All’arrivo una bella sorpresa, nel parco archeologico c’è un bagno accessibile, anche se la pavimentazione naturalmente è piuttosto sconnessa. Di li però per accedere alla terrazza superiore c’è una scalinata, e li sembra che io mi debba fermare, davanti al gopura (la porta di ingresso) coi leoni :
Fortunatamente non è così, sulla destra c’è un breve pendio tramite il quale riesco a scendere sull’erba e da qui girando intorno alle mura arrivo in un punto in cui il muro è crollato e tramite un altro pendio posso risalire fino alla terrazza superiore. Comunque c’è anche un cancello su un’entrata laterale sulla strada che da accesso direttamente a questo pendio.
Due brevi filmati:
Usciamo quindi da Phimai, e poco vicino c’è un giardino con laghetto, un fiume che scorre, un bel posto. Si tratta di una foresta di alberi di banyan (l’albero sacro a Buddha), alberi vecchi di oltre 300 anni. SI tratta del giardino chiamato “Sai ngaam“.
Quindi si fa ritorno a Khorat, e il resto della giornata la passiamo lì.
Continua…
Per chi non ha letto la prima parte, può andare quì… (ndr)
I dati sulle varie accessibilità sono stati forniti dall’autore dell’articolo, facciamo presente che i disabili non sono creati con lo stampino e quindi ci possono essere delle esigenze differenti anche con malattie simili. Consigliamo dunque di non esitare a chiedere ulteriori informazioni lasciando commenti oppure scrivendo alla redazione, sicuri e speranzosi di avere la gentilezza dell’autore del reportage di darci altre informazioni se in suo possesso.
“Il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi” dice un vecchio detto popolare e che in questo caso potrebbe calzare perfettamente. Non solo il diavolo non termina egregiamente il suo lavoro.
Le due nostre splendide paladine ci raccontano della piscina di Segrate nel Comune di Milano.
Perchè questo detto lo troviamo adatto a ciò che le ragazze ci descrivono? Semplice, seguite il video e capirete.
Capito adesso? Ci sono molte strutture purtroppo inaccessibili e trovarne una in cui si è pensato all’accessibilità dei disabili è sicuramente degno di nota, perchè poi perdersi in un bicchier d’acqua? Sono sempre dell’idea che certi errori siano fatti perchè non si chiede ai disabili stessi ciò che è meglio per loro. Per questo nelle giunte comunali ci vorrebbe almeno un consigliere disabile oppure un consigliere del consigliere 😉
Noi però abbiamo le nostre paladine e rimaniamo in attesa di altre testimonianze.
Vogliamo comunque complimentarci con il Comune di Segrate per l’accessibità della piscina e gli inviamo un messaggino: ” Avete fatto le pentole…ora dei bei coperchi…su via! ” 😉
Eccomi a mostrarvi le foto e video del nostro primo giorno a Roma. La prima tappa è stata Piazza di Spagna, poi ci siamo spostati verso la Fontana di Trevi. Intanto abbiamo subito il primo trauma degli autobus con la pedana fantasma, ovvero non funzionante. Poi abbiamo accurato pure che di scivoli ai marciapiedi manco come idea e comunque siamo arrivati…e chi ci ferma a noi!!! 😉
Questo il video dell’arrivo a Piazza di Spagna, dove come prima cosa ci siamo bevuti l’aqua fresca della fontana…
Inizia così la nostra giornata da turisti nella capitale. Sotto 2 foto sotto la scalinata delle modelle…
“Diversamente Agibile” nasce dal presupposto che nessuno meglio di chi ne usufruisce può recensire un servizio.
In questo caso si parla di accessibilità a strutture e attrazioni turistiche in genere (hotel, bar e ristoranti, musei, ecc...).
Ecco l'idea creare questo sito/blog doveraccogliere tutte le esperienze di persone disabili, con reportage scritti, fotografici e filmati dei loro viaggi, in modo da fornire informazioni utili ad altri disabili che vogliono frequentare gli stessi posti. Ovviamente ci potranno essere anche note negative se vi sono incontrate barriere architettoniche o disservizi.La collaborazione è il cuore di questo progetto.
Inoltre le strutture stesse ci possono informare sulla propria accessibilità, offrendo però qualcosa in più della semplice segnalazione che vediamo in molti siti web...